Il titolo di studio si rende ormai quasi indispensabile per ottenere un buon lavoro.
Da statistiche raccolte nel 2017, si evince che a tre anni dal titolo lavorano l’85% degli studenti.
Di seguito un interessante grafico esplicativo:
Un fattore sottovalutato, di cui l’indagine statistica di cui sopra ha tenuto conto, è il percorso pre-universitario: non è importante solo arrivare all’università, ma come.
Vi sono ancora marcate differenze socio-economiche fra Nord e Sud.
“Si confermano significative le tradizionali differenze di genere e soprattutto territoriali, testimoniando, ceteris paribus, la migliore collocazione degli uomini (8,2% di probabilità in più di lavorare rispetto alle donne) e di quanti risiedono o hanno studiato al nord (per quanto riguarda la residenza, +34,1% di probabilità di essere occupati rispetto a quanti risiedono al sud; per quanto riguarda la ripartizione geografica di studio, +44,9% di probabilità di essere occupati rispetto al Sud)”.
L’Erasmus, forse sorprendentemente, rivela un seppur flebile apporto positivo alla statistica.
Viaggiare e imparare nuove lingue non può far di certo male.